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La prima indagine nazionale sulle forme di lavoro a distanza nella PA è un caso studio di policy integrata che si rivolge agli ambiti del lavoro, dell’innovazione organizzativa, del benessere organizzativo delle persone e dello sviluppo sostenibile delle città”.

Questo l’incipit di presentazione dello studio “Il tempo dello Smart Working. La PA tra conciliazione, valorizzazione del lavoro e dell’ambiente” effettuato da Enea.

L’Ente pubblico di ricerca italiano che opera nei settori dell’energia, dell’ambiente e delle nuove tecnologie ha svolto l’indagine per analizzare l’effetto dello smart working e della conseguente riduzione della mobilità quotidiana. Lo studio ha coinvolto 29 amministrazioni pubbliche e oltre 5.500 persone. Le amministrazioni che lo avevano già adottato si sono dimostrate più reattive e competitive rispetto alle altre nell’affrontare l’emergenza, ma la situazione ha costretto a mettere in atto modifiche straordinarie.

L’analisi presenta spunti interessanti da un punto di vista ambientale (ad esempio, il calo drastico di emissioni e inquinamento), e sulle procedure e gli strumenti dell’azione amministrativa che mostrano come il dipendente sia al centro del flusso di lavoro e della progettazione.

I risultati che emergono sono in generale positivi: il lavoro a distanza rafforza l’organizzazione e i lavoratori che dichiarano produttività e soddisfazione. Tuttavia, permangono alcune resistenze che richiedono l’attivazione di ulteriori strategie di intervento.

È possibile consultare online il volume Il tempo dello Smart Working. La PA tra conciliazione, valorizzazione del lavoro e dell’ambiente.