Il Ministro per la Pubblica Amministrazione, insieme alle più rappresentative sigle sindacali, ha adottato il 24 luglio scorso il Protocollo quadro per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici sui luoghi di lavoro.
Il documento, vidimato dal Comitato Tecnico-Scientifico del Ministero della Salute, fornisce precisi indirizzi alle amministrazioni sulla modalità di tutela del personale, degli utenti e di coloro che interagiscono con i pubblici uffici.
Sebbene l’indicazione sia quella di contenere la presenza negli uffici, emerge la necessità di una ripresa, sempre graduale, dei servizi che non possono essere resi da remoto, come previsto dal decreto Rilancio.
Nella necessità di conciliare esigenze sanitarie e ripresa delle attività, si ritiene importante il ruolo dei dirigenti per favorire il lavoro agile come modalità ordinaria di lavoro, adottando anche strategie comunicative per ridurre sensazioni di isolamento e di complessità nella gestione del lavoro a distanza.
Tra le misure di controllo indicate nel Protocollo, le PA devono garantire il distanziamento interpersonale durante le attività e orari di lavoro e di apertura al pubblico più flessibili, attivare modalità di interlocuzione programmata con l’utenza (anche attraverso soluzioni digitali e non in presenza per evitare assembramenti), prestare particolare attenzione alla gestione dei casi di sospetta sintomatologia da Covid-19. Va assicurata inoltre la dotazione di termoscanner agli ingressi, dispositivi di protezione individuale ed eventualmente di barriere separatorie laddove non sia possibile garantire le distanze e sussista il contatto con il pubblico. La sanificazione frequente degli ambienti di lavoro deve essere garantita insieme a tutte le opportune azioni di informazione e formazione sulle procedure dettate dal protocollo.