Nella fase post emergenza, oltre all’esigenza di dare nuovo impulso al processo di digitalizzazione, vi è la necessità di migliorare la macchina amministrativa da un punto di vista qualitativo, avviando un processo di semplificazione e trasparenza.
Trasparenza e digitalizzazione costituiscono un binomio perfetto sia in relazione al settore degli appalti pubblici sia per attuare nuove funzionalità, informazioni e servizi per i cittadini all’insegna dell’accessibilità.
L’informatizzazione è funzionale alla promozione della trasparenza, anche nell’ottica di attuare strategie di prevenzione della corruzione da parte delle PA, nonché di un vero e proprio servizio informativo efficiente nei confronti della collettività, per una maggiore partecipazione. Del resto, anche l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha elaborato una serie di azioni volte ad accelerare il processo di digitalizzazione degli appalti pubblici, per una trasparenza “piena, semplice ed efficace”.
Trasparenza e digitalizzazione insieme porterebbero quindi efficienza ed economicità dell’azione amministrativa. Uno strumento in grado di misurare trasparenza e integrità nella PA è il Rapporto che viene realizzato dalla Fondazione Etica: organo indipendente e non profit, si occupa di innovare il sistema pubblico e le politiche sociali per migliorare la macchina pubblica affinché rimanga bene comune e modello di sviluppo sostenibile.
Il Rapporto “Rating qualitativo” 2019 analizza la performance qualitativa di 111 Comuni capoluogo della provincia in base ai dati che le Amministrazioni hanno l’obbligo di pubblicare nella sezione Amministrativa Trasparente dei siti istituzionali. Un’analisi effettuata attraverso il Rating pubblico: un sistema di valutazione della trasparenza, integrità e performance delle Amministrazioni locali e nazionali, dove gli indicatori sono quelli previsti dalle norme vigenti e la metodologia è quella degli Indici di sostenibilità Esg (Enviromental, Social, Governance), utilizzati sui mercati finanziari. Il Rating Pubblico valuta non le politiche, ma la macchina amministrativa che quelle politiche produce.
Il documento consente quindi supportare e migliorare la PA attraverso valutazioni che possano spingere verso attività virtuose, nonché verso una spending review basata sul merito delle PA, consentendo di avere un quadro comparato per una più corretta allocazione delle risorse secondo un sistema incentivante: più risorse ai contesti più virtuosi.
Il report analizza sei aree relative alla capacità amministrativa delle Amministrazioni Pubbliche:
- Bilancio;
- Governance;
- Gestione del personale;
- Servizi e rapporto con i cittadini;
- Appalti e rapporto con i fornitori;
- Ambiente.
Nell’analisi 2019 dei Comuni capoluogo di provincia vengono comparati dati che si riferiscono al 2018 e 2017. Vengono individuati due macro-gruppi equivalenti a livello numerico. 56 Comuni ottengono un risultato positivo, con score superiore a 50 su 100; i restanti 55 ottengono uno score inferiore a 50 su 100. Tra i 56 Comuni con score al di sopra della sufficienza, 17 si attestano in classe di Rating Good e 39 in classe Satisfactory; gli altri 55 Comuni, invece, sono pressoché equamente suddivisi tra le classi di Rating Weak (28) e Poor (27).
Prato e Milano risultano i Comuni più virtuosi nel periodo di riferimento, anche se con uno score (70) appartenente alla classe di Rating Good, ancora lontana dall’eccellenza (score da 90 a 100).
Degli altri 15 Comuni con Rating Good che vengono subito dopo Prato e Milano, solo 2 appartengono al Centro Italia – e di nuovo alla Toscana, con Firenze e Pisa – mentre tutti gli altri appartengono al Nord e, tra questi, ben 5 all’Emilia Romagna.
In generale, la media dei Comuni capoluogo italiani mostra ampi margini di miglioramento della propria capacità amministrativa, in termini sia di trasparenza e integrità sia di efficienza.
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