Paolo Zangrillo, neo ministro della Pubblica Amministrazione, ha espresso parere positivo nei confronti dello smart working considerandolo un’opportunità.
“Durante la pandemia il numero di lavoratori in smart working è passato da 500mila a 5 milioni, è uno strumento che può funzionare e rinunciarvi significherebbe dire che la Pubblica amministrazione è diversa dalle altre organizzazioni”.
Ha dichiarato di “voler capire con quali modalità possiamo usare questo strumento”. “Non devono esserci tabù – spiega Zangrillo – bisogna abituare la PA ad avere responsabilità sui risultati. Si passa da una logica di controllo a una logica di verifica dei risultati. Dobbiamo dimostrare di riuscire a valorizzare le persone. La PA, come ogni amministrazione, deve puntare a valorizzare il proprio capitale umano”.
Secondo le linee guida del Ministero, sono le singole amministrazioni che individuano le attività che possono essere effettuate in smart working, previo confronto con le organizzazioni sindacali. L’obiettivo secondo le linee guida è di avere una disciplina “che favorisca la produttività e l’orientamento ai risultati e concili le esigenze dei lavoratori con le esigenze organizzative delle pubbliche amministrazioni”.