Come previsto dal DL Rilancio, convertito in legge, per i dipendenti della PA lo smart working sarà obbligatorio al 50% fino al 31 dicembre 2020. La presenza in ufficio sarà regolata in base a un criterio di rotazione del personale che lavorerà un po’ da remoto e un po’ sul posto di lavoro tradizionale.
Come dichiarato dal Ministro della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, “gli uffici pubblici hanno già previsto dei reingressi con delle turnazioni e con delle fasi di accesso che sono scaglionate per tutelare la sicurezza sia per chi accede agli uffici pubblici che dei lavoratori”.
Lo smart working interessa in particolare tutti quei lavori impiegatizi per cui non è richiesta la presenza in ufficio e che per il loro svolgimento necessitano solo di un computer, una linea Internet e un telefono. Tra questi, le professioni nei comparti dell’informazione e comunicazione, delle attività finanziarie e assicurative e dei servizi alle imprese (con quote tra il 60% e il 90%). Nei servizi generali della P.A., ben il 56,5% potrebbe sperimentare il lavoro a distanza, ma nel 2019 lo ha effettivamente utilizzato solo il 2,7%.
Vi è ora l’opportunità di sfruttare appieno i vantaggi dello smart working. Del resto, le amministrazioni hanno registrato anche notevoli risparmi di spesa su tutti i fronti e aumento della produttività dei dipendenti. La previsione è di aumentarlo dal 2021: il Piano Organizzativo del Lavoro Agile (POLA) – redatto ogni anno dalle amministrazioni che individua le modalità attuative del lavoro agile – prevede che almeno il 60% dei dipendenti possa avvalersene, garantendo che gli stessi non subiscano penalizzazioni ai fini del riconoscimento di professionalità e della progressione di carriera.
Il Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, in un’intervista, ha dichiarato che a fine settembre incontrerà le parti sociali per migliorare lo strumento dello smart working e renderlo più agevole, poiché le regole semplificate e la deroga all’accordo individuale sono strettamente legati allo stato d’emergenza (valide fino al 15 ottobre prossimo). “Mi aspetto una spinta da parte della contrattazione collettiva per contemperare sicurezza e produttività“, ha affermato il Ministro.