GIFT – A gesture of return
Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana
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Una narrazione poetica della Sicilia in cui il gesto del dono diventa un’esperienza collettiva e riflessione sul futuro a partire dalla memoria condivisa
In occasione della Co-Creating Cultures for the Future Week dell’Expo 2025 di Osaka, Regione Siciliana ha presentato GIFT – A Gesture of Return, un’installazione artistica e partecipativa che intreccia ritualità, memoria e sostenibilità. Il progetto racconta la Sicilia attraverso uno dei suoi simboli più arcaici e identitari: il grano, elemento cardine di un immaginario collettivo che attraversa storia, miti e paesaggi dell’isola.
ETT, incaricata della direzione tecnica, logistica e multimediale, ha coordinato l’intero sviluppo del progetto. Ha supervisionato la produzione video e sonora, gestito la logistica e i materiali, e supportato le attività laboratoriali con le comunità siciliane, garantendo la coerenza tra gli obiettivi artistici e la fruizione dei visitatori. La visione artistica è firmata da Gandolfo Gabriele David, mentre le musiche originali sono del Maestro Gianni Gebbia.
L’installazione trae ispirazione dai miti, dai riti e dalle tradizioni siciliane legate al pane e al ciclo del grano, elementi fondanti della cultura e dell’identità isolana. Rievoca gli altari votivi di San Giuseppe, reinterpretandone l’iconografia in chiave contemporanea. Una struttura in legno, caratterizzata da sostegni verticali intrecciati, delinea una cupola che esalta la dimensione sacra dello spazio. Al centro, un grande tavolo formato da quattro assi di legno bianco ospita piccole sculture di pane, realizzate dalle comunità siciliane coinvolte nel progetto, e strumenti di scrittura.
Il titolo suggerisce che il dono non è solo un’offerta, ma un atto circolare, che nasce da qualcosa ricevuto in passato e che viene restituito con consapevolezza, gratitudine e creatività. Il passato e il futuro si fondono nel “presente”, parola che in italiano è sinonimo di dono. Non è necessariamente un “dare indietro” letterale, ma un segno, un atto simbolico che riconosce e risponde a qualcosa precedentemente dato o fatto.
Il ciclo di scambio parte dal pane donato, a cui succede un pensiero scritto e condiviso nella parete dell’installazione. Ogni gesto genera il successivo, creando un flusso costante che rende l’opera d’arte partecipata e mutevole. Questo processo è parte fondamentale di un’opera profondamente ancorata alle tradizioni, capace però di assumere nuove forme estetiche.
Un atto collettivo in cui non è solo l’artista a donare, ma l’intera comunità coinvolta, e anche il visitatore partecipa attivamente. Artista e comunità sono espressione di una collettività che trova così nella storia e nell’arte una dinamica di alleanza e rinascita. Che poi tale trama sia la terra, il grano, ovvero la quintessenza della crescita e delle coltivazioni parte del patrimonio dell’umanità, reca una dimensione spirituale che vuole farsi pratica: la capacità di coltivare il prossimo.
L’installazione si arricchisce di una componente multimediale che amplifica l’esperienza sensoriale del pubblico. Il grande monitor centrale proietta un video articolato in tre sezioni verticali, annullando i riferimenti spazio-temporali e componendo un racconto visivo stratificato. Immagini ispirate alla mitologia evocano la figura di Demetra di Morgantina, simbolo del ciclo della vita e della rigenerazione, e si mescolano a paesaggi e memorie fotografiche legate alla Sicilia, componendo un mosaico di immagini e suoni. Video collocati nelle nicchie laterali restituiscono la manualità delle sculture di pane, portando all’interno dell’esposizione la voce e il lavoro delle comunità siciliane coinvolte nel progetto.
Il legame con il mito di Cerere e Persefone trova ulteriore espressione nella riproduzione di una statua di Cerere di Morgantina, realizzata con materiali organici a suggellare la continuità tra memoria, natura e creazione artistica.
Il tema centrale della performance è il “dono”: ogni visitatore riceve una scultura di pane e, in cambio, scrive un pensiero augurale su un biglietto da depositare in un contenitore al centro dell’installazione. Giorno dopo giorno, i biglietti vengono raccolti e disposti su una tenda dorata semicircolare che avvolge il tavolo. Questa cascata di messaggi dà vita a un’installazione in continua evoluzione, creando un flusso visivo che restituisce il senso di memoria condivisa e in divenire.