Galleria Rifugio di Monfalcone

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Un percorso immersivo per la memoria collettiva

Nel cuore di Monfalcone, la Galleria Rifugio – tunnel antiaereo realizzato nel 1943 durante la Seconda Guerra Mondiale – si trasforma in un percorso multimediale che narra la storia della città e la vita dei suoi cittadini che vi trovarono rifugio durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Il progetto, curato da ETT nell’ambito del Piano Integrato di Sviluppo Turistico-Sostenibile del Litorale e Carso, restituisce nuova identità a uno spazio segnato dal dolore e dalla speranza, rendendolo oggi un luogo di riflessione partecipata.

Il percorso si fonda su un approccio immersivo e multisensoriale, capace di trasportare i visitatori nel drammatico vissuto della popolazione civile rifugiatasi all’interno della galleria durante i bombardamenti. Gli elementi comunicativi e le suggestioni sonore sono stati progettati per coinvolgere senza essere invasivi, favorendo una riflessione storica, sociologica ed etnografica sulla funzione protettiva del rifugio e sulle esperienze umane di chi lo ha abitato.

Per rendere più accogliente l’area d’ingresso di Salita Granatieri, sono stati installati apparati comunicativi e corpi illuminanti che accompagnano i visitatori verso l’interno. Sei pannelli illustrativi introducono alla visita con testi, immagini e infografiche, preparando il pubblico alla narrazione. Una timeline collocata nella strettoia in roccia segna l’inizio dei 270 metri della galleria e riporta i momenti chiave della vicenda storica.

Lungo il percorso, le aree laterali diventano spazi tematici di approfondimento e riflessione. Qui si incontrano pannelli espositivi, installazioni sonore e figure umane a grandezza naturale, che restituiscono le testimonianze di adulti, donne e bambini rifugiati nel sito.

Ciascun personaggio, realizzato con sagome in lamiera retroilluminate a LED e dotato di audio integrato, prende vita grazie a un semplice gesto: la guida avvicina al lettore un braccialetto con Tag NFC e la voce narrante racconta in prima persona esperienze di paura, attesa, solidarietà e sopravvivenza.

Le aree sonore immersive rievocano i bombardamenti e la quotidianità nella galleria, amplificando l’impatto emotivo della visita. L’atmosfera fredda, umida e buia del rifugio viene trasformata in un contesto narrativo che stimola la partecipazione emotiva del visitatore, chiamato a confrontarsi con le storie vissute e a elaborare le proprie riflessioni personali.

L’allestimento si completa con spazi di sosta e parole incise nella lamiera che evocano i temi della memoria, della comunità e della resilienza. Non solo un contenitore di ricordi, ma un luogo che genera nuove memorie e che riconsegna centralità a uno spazio dimenticato, trasformandolo in parte integrante del tessuto urbano e culturale contemporaneo.

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