Antiche tracce. La vita in palafitta
Comune di Desenzano del Garda
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Un’opportunità straordinaria per scoprire e valorizzare il patrimonio archeologico dei siti palafitticoli UNESCO dell’Italia settentrionale attraverso una combinazione di tecnologie moderne e storytelling immersivo
Dopo le prime scene ambientate all’esterno, dove vengono descritte le attività di pesca, artigianato e costruzione delle palafitte, la scena si sposta in una delle capanne del villaggio per riprendere personaggi intenti in altre mansioni, come tessitura, preparazione del burro e macinazione dei cereali. La protagonista – seguita da una macchina da presa dedicata – dà continuità narrativa al corto e accompagna lo spettatore lungo lo svolgersi delle ambientazioni.
Tramite l’utilizzo di riprese multicamera, la scena viene osservata da più angolazioni e il concetto di montaggio VR viene interpretato in maniera completamente nuova, cambiando il punto di vista in base alla narrazione.
Per eliminare elementi disturbanti (arredi pubblici, corpi illuminanti, operatori stessi o attrezzature di supporto) o strade ed edifici, nelle riprese più panoramiche sono stati effettuati interventi di post- produzione ad altissima definizione in CGI (Computer-generated Imagery) che, tramite algoritmi di Intelligenza Artificiale, ricostruiscono e correggono anche i minimi dettagli.
Nello specifico, ogni racconto si divide in quattro parti: a un primo inquadramento geografico complessivo, che mostra la posizione dei siti archeologici sulla mappa, segue un focus sulla singola area che si vuole indagare, per proseguire con la ricostruzione degli oggetti utilizzati per la specifica attività rappresentata, grazie anche al lavoro di attori professionisti, nel finale.
La peculiarità del cortometraggio è l’assenza di voce narrante o di dialoghi. Una scelta stilistica che nasce dall’idea di dare maggiore spazio alle immagini e a una narrazione di tipo visivo. Gli elementi che emergono, infatti, sono i gesti, i movimenti e il linguaggio non verbale che restituisce allo spettatore finale un racconto semplice ma d’impatto. Si è altresì reso necessario un lavoro di “sound design” peculiare, costruito sulle sonorità di una musica elementare espressa da flauto e percussioni, che lascia comunque spazio ai rumori ambientali. Nello stesso tempo, per eliminare elementi della “modernità” disturbanti (panchine, cartelli, corpi illuminanti) o strade ed edifici nelle riprese più panoramiche, sono state effettuati interventi di post-produzione significativi.
Al termine del corto, una mappa individua i siti archeologici UNESCO nel contesto generale e consente l’accesso a contenuti in Computer-Generated Imagery. A ogni Comune del progetto (Desenzano del Garda, Ledro, Fiavé, Monzambano, Polcenigo, Arona, Lonato del Garda e Arquà Petrarca.) è abbinato un oggetto fedelmente ricostruito e rappresentativo (una canoa, un aratro, ecc.), per un totale di otto diversi approfondimenti. Ogni CGI è accompagnata da un voice over in due lingue (Italiano/Inglese).