APRE “META EFFECT”, PRIMA MOSTRA D’ARTE IDEATA E PROGETTATA DA ETT NEL METAVERSO.
In mostra anche opere realizzate dall’intelligenza artificiale.
All’opening sono intervenuti Serena Bertolucci, direttrice di Palazzo Ducale – Fondazione per la Cultura di Genova e Luca Malavasi, docente di Storia e analisi del film ed Elementi di cultura visuale, Diraas, Università di Genova
Milano, 20 dicembre 2022 – È stata inaugurata Meta Effect, prima mostra integralmente progettata da ETT nel Metaverso.
Cos’è l’arte? Cos’è la creatività? Può l’Intelligenza Artificiale essere considerata creativa? Su questi temi ETT SpA, industria creativa digitale del Gruppo SCAI con headquarter a Genova, ha coordinato e raccolto i contributi artistici degli autori Paolo Bonfiglio, Mark Cooper, Gaia Midj e Corrado Zeni, mettendo in campo, visivamente e concettualmente, un dialogo e una sperimentazione.
L’opening è stato accompagnato da due avatar d’eccezione, quello di Serena Bertolucci direttrice di Palazzo Ducale – Fondazione per la Cultura di Genova e di Luca Malavasi, docente di Storia e analisi del film ed Elementi di cultura visuale, Diraas, Università di Genova.
Giovanni Verreschi, amministratore delegato di ETT SpA, ha dichiarato che “la mostra Meta Effect nasce come ricerca, spazio di confronto in cui i visitatori sono chiamati a interrogarsi insieme sul ruolo della creatività umana e sulla sperimentazione nel mondo dell’arte. È possibile, nel Metaverso, generare dibattito su ciò che fino a poco tempo fa veniva considerato assolutamente un ossimoro, vale a dire l’accostamento di concetti come quelli di emozione e sviluppo tecnologico e dimostrare che è possibile coniugare approccio umanistico e sapere informatico. D’altra parte, già nel 1928 Paul Valéry (La conquête de l’ubiquité) affermava che << né la materia, né lo spazio, né il tempo sono più ciò che sono sempre stati… per prima cosa saranno interessate la riproduzione e la trasmissione delle opere d’arte>>. Diventa, dunque, possibile, in linea con i radicali progressi della ricerca scientifica cui stiamo assistendo, fare convergere, abbattendo steccati ideologici, arte e Intelligenza Artificiale, sulla base della consapevolezza che sia l’una che l’altra possono essere utilizzate sviluppando sinergie finora non calcolate”.
Infatti, proprio l’Intelligenza Artificiale ha un confine labile e spesso finisce per fondersi con campi conoscitivi a essa concepiti come estranei, di cui uno è proprio quello dell’arte.
Anche gli algoritmi stanno assumendo caratteristiche proprie, sicuramente creative, e i loro prodotti, dalla musica alle arti visive e agli NFT (non-fungible token, oggetti digitali proprietari), risultano sempre più difficilmente distinguibili da quelli realizzati dall’uomo. L’Intelligenza Artificiale è, quindi, in grado di replicare autonomamente un atto che abbiamo sempre pensato essere prerogativa dell’essere umano, come la creatività?
Gli autori che espongono le proprie opere nell’ambiente digitale del Metaverso di Meta Effect, cui si può accedere tramite visore di Realtà Virtuale (3D) o, in mancanza di questo, tramite link dal proprio desktop, smartphone iOS o Android (2D), si muovono all’interno del varco aperto dai traguardi tecnologici attuali, fornendo ciascuno la propria interpretazione ai concetti di spazio, tempo, confini, sogno e coscienza, aree semantiche astratte e polivalenti, prive di riferimenti concreti e oggettivi in termini visuali e particolarmente indicate, quindi, per verificare le dinamiche delle reti neurali artificiali in relazione a quelle umane.
L’Intelligenza Artificiale ha un ruolo creativo a tutti gli effetti nell’esposizione; il prodotto artistico dell’AI, infatti, si interfaccia con le altre opere.
Meta Effect è la prima mostra progettata da ETT nel Metaverso di Spatial.io, luogo virtuale identificato e prescelto soprattutto dalle community di crypto-artisti legate al mondo degli NFT, che lo hanno identificato come Metaverso ideale in cui crescere. Per tale motivo al suo interno hanno iniziato ad esporre artisti di ogni genere, architetti, agenzie pubblicitarie e case di produzione video. In sintesi, uno spazio metafisico sia nelle forme che nel concetto.
Spatial.io, nello stesso tempo, consente un elevato livello di immedesimazione con le opere digitali, attraverso una fruizione immersiva delle stesse. Parallelamente, non si è isolati quando si visita la mostra, dal momento che è possibile commentare in tempo reale le opere condividendo impressioni e idee con gli altri visitatori, attraverso l’utilizzo dei propri avatar e l’attivazione di microfono e webcam.
Lo spazio del Metaverso, quindi, è concepito come una vera e propria galleria d’arte in grado di ospitare 50 avatar che possono muoversi liberamente tra le opere.
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