Con il Decreto Rilancio, il Governo interviene anche nel processo di ammodernamento della Pubblica Amministrazione. Negli ultimi anni, il percorso di digitalizzazione del comparto pubblico ha sofferto a causa di una serie di difficoltà, non solo burocratiche, che hanno fatto emergere alcuni elementi. Carenza di competenze e la scarsa innovazione degli strumenti (spesso obsoleti) e dei servizi sono tra questi. Ora il Governo cerca di migliorare il contesto pubblico istituendo come indicato nell’art. 239 del Decreto Rilancio – un Fondo per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione.
Il Fondo viene destinato alla “copertura delle spese per interventi, acquisti e misure di sostegno a favore di una strategia di condivisione e utilizzo del patrimonio informativo pubblico a fini istituzionali”. Inoltre permetterà di implementare tutti i servizi di supporto per la digitalizzazione, come i sistemi di accesso ai servizi in rete tramite le piattaforme abilitanti introdotte dal Codice dell’amministrazione digitale (che colmano anche il digital divide), nonché gli interventi a favore della diffusione dell’identità digitale, del domicilio digitale e delle firme elettroniche. Le risorse saranno destinate anche a tutti quei servizi e attività di assistenza tecnico-amministrativa.
Il Fondo ha una dotazione di 50 milioni di euro, stanziati già nel 2020 e destinati nei prossimi anni, che vengono trasferiti al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri e rimangono stabilmente nella disponibilità del Ministro delegato per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, ovvero Paola Pisano, che dovrà provvedere alla gestione del fondo e gestire già nei prossimi mesi le risorse in base ai diversi interventi da attuare.
“Il ruolo della digitalizzazione dei servizi – ha dichiarato – è oggi più che mai strategico non solo per semplificare la burocrazia, velocizzare i tempi di erogazione dei servizi e diminuire i costi delle strutture, ma soprattutto per migliorare il rapporto tra PA e cittadino. Massima attenzione è rivolta ai tempi di attuazione della trasformazione tecnologica e alle nuove tecnologie, che verranno utilizzate per creare servizi semplici e tuttavia avanzati tecnologicamente”.
“Aumentare la domanda di tecnologie innovative da parte della PA – ha commentato la Pisano – è motore di crescita. Può incentivare aziende, startup e produttori di software a creare sistemi sempre più avanzati, sicuri, e progettati per la PA riconoscendola come committente del quale vanno soddisfatte le esigenze e non come cliente passivo che assorbe prodotti ritagliati su altre esigenze”.
Il Decreto Rilancio, sempre nella direzione di una maggiore digitalizzazione, prevede anche una rimodulazione dei concorsi pubblici per incoraggiare la partecipazione in modo decentrato e telematico. Quindi, ad esempio, le sedi saranno selezionate in base alla provenienza geografica dei candidati, le prove orali in videocall e la domanda solo per via telematica. Questo porterà certamente a una spinta verso il tecnologico anche sui grandi numeri, considerato l’elevato numero di persone che partecipano ai concorsi pubblici. I futuri candidati dovranno dotarsi di un indirizzo di posta elettronica, dell’identità digitale SPID ed essere in grado di utilizzare la piattaforma che il Dipartimento della Funzione Pubblica dovrà mettere a disposizione (anche avvalendosi di aziende pubbliche, private, o di professionisti).L’innovazione entrerà anche negli uffici della PA. Il Decreto, infatti, specifica che la dirigenza dovrà organizzare “il lavoro dei propri dipendenti e l’erogazione dei servizi attraverso la flessibilità dell’orario di lavoro, rivedendone l’articolazione giornaliera e settimanale, introducendo modalità di interlocuzione programmata, anche attraverso soluzioni digitali e non in presenza con l’utenza”.