Un’Escape Room in un bene confiscato nel centro storico di Genova. Si chiama EnigMALAVITA, l’innovativo progetto nato a settembre 2020 e presentato ufficialmente ieri pomeriggio, domenica 19 febbraio, presso il Centro Banchi, in P.za De Marini 20r.
All’inaugurazione hanno preso parte, oltre agli ideatori del progetto, alcuni referenti di spicco impegnati in prima linea nella lotta alla mafia e alla salvaguardia e valorizzazione dei beni confiscati che hanno animato una tavola rotonda dal titolo “Mafia e antimafia a Genova. Il valore sociale dei beni confiscati”.
Tra i partecipanti Roberto Centi, Presidente Commissione Regionale Antimafia, Antonio De Luca, incaricato nazionale del settore AGESCI “Giustizia, Pace & Non violenza”, Antonio Lijoi, referente dell’Osservatorio Boris Giuliano – Mafie in Liguria e Giorgia Casabona, responsabile Ufficio Valorizzazione Patrimonio non abitativo e Direzione Valorizzazione Patrimonio e Demanio Marittimo del Comune di Genova.
L’evento, che ha registrato un’altissima affluenza, è stato un momento di riflessione su tematiche così delicate come la lotta alla mafia, sul progetto ed è stata l’occasione per inaugurare sul sito la sezione dedicata alla prenotazione dell’escape room (con data disponibili a partire da aprile).
Il progetto EnigMALAVITA, che, con un gioco di parole, rivendica la volontà di sradicare la criminalità organizzata, ancora troppo presente in Liguria, nasce dal desiderio di un gruppo di ragazzi uniti dall’esperienza scout nel gruppo Agesci Genova 13 ed è anche un omaggio a uno di loro, Stefano Matricardi, appassionato di giochi di logica e promotore di diversi progetti di cittadinanza attiva, mancato a Marzo 2020 a seguito di un tumore incurabile.
L’obiettivo principale è quello di offrire la possibilità a tutti di entrare in contatto con i temi legati alla lotta alle mafie rendendo fruibili gli spazi confiscati alla mafia attraverso un’esperienza di gioco coinvolgente e immersiva.
“Il nostro intento – continuano gli organizzatori del progetto – è quello di far vivere un’esperienza di gioco consapevole che possa coinvolgere l’intera comunità e di trasmettere, a chi sceglierà questa esperienza, la sensazione di aver vissuto in prima persona le dinamiche legate alla mafia, oltre alla consapevolezza del suo potente ruolo nel nostro territorio e soprattutto all’importanza che la lotta alle mafie ha avuto, ha e avrà per tutti noi”.
Grazie a una campagna di raccolta fondi, la ristrutturazione dell’immobile e l’allestimento dell’escape room hanno preso il via a partire da settembre 2022. In parallelo è iniziata la scrittura della narrazione e degli enigmi. L’escape room ora conta di una cabina di regia e di stanze allestite dove si svolgerà l’esperienza immersiva. Un gioco di logica nel quale i concorrenti cercano una via di uscita risolvendo enigmi e indovinelli: per poter completare con successo questa missione si dovrà usare la logica e il lavoro di squadra. Verrà concessa una sola ora di tempo per risolvere tutti gli enigmi la cui soluzione permetterà di accedere al livello successivo e, infine, a uscire dalla stanza.
Una volta terminato il gioco, l’escape room si trasformerà in un percorso interattivo, volto alla scoperta del tema mafia nella nostra città, che è ancora oggi sconosciuto ai più.
Tutto questo è stato possibile grazie allo Studio di architettura llabb, l’azienda ETT S.p.A. e Ad Hoc legno e disegno Snc che hanno aiutato fornendo parte del materiale, oltre che al lavoro di molti volontari e alle testimonianze di esperti sui temi della lotta alla mafia, che saranno rese disponibili.
Per partecipare all’esperienza sarà possibile prenotarsi direttamente sul sito https://enigmalavita.webflow.io/. Gli inserimenti di nuove date e di orari saranno comunicati sui canali social del progetto che si invita a seguire per restare aggiornati.
“Una sala stracolma di giovani come quella di ieri pomeriggio a Genova per l’inaugurazione dell’escape room ‘EnigMALAVITA’ nel bene confiscato alla mafia, è un messaggio bellissimo per il lavoro che in Liguria stiamo portando avanti, insieme alle associazioni, per combattere la criminalità organizzata anche dal punto di vista culturale”.