Nell’ultimo periodo, i Dpcm si susseguono a distanza di pochissimi giorni l’uno dall’altro, a testimoniare la necessità di adottare misure sempre più restrittive per contenere il contagio.
Il Dpcm del 9 marzo 2020 estende a tutta la penisola le misure già contemplate dal DPCM 8 marzo 2020, ponendo di fatto l’Italia intera in “zona rossa”.
Sospensione delle attività sportive e ricreative, chiusura di scuole e dei luoghi di cultura, divieto di spostamento in tutto il paese, se non per ragioni di necessità, salute o per comprovate esigenze lavorative. Le attività commerciali, inoltre, sono consentite a condizione che il gestore garantisca un accesso ai luoghi con modalità contingentate o idonee a evitare assembramenti.
La novità principale del decreto del Presidente del Consiglio dell’11 marzo – ribattezzato decreto #Iorestoacasa, è invece la chiusura fino al 25 marzo e su tutto il territorio nazionale di ogni tipo di attività di ristorazione (bar, pub, pizzerie, ristoranti, gelaterie) e negozi, ad eccezione di quelli di categorie espressamente previste. In particolare, resteranno aperte le attività di vendita al dettaglio di prodotti alimentari, farmacie, edicole, tabaccherie, bar e punti di ristorazione nelle aree di servizio stradali e autostradali, nonché i negozi di prima necessità o di servizi alla persona.
A seguito di queste misure si è reso necessario emanare un nuovo Decreto per salvaguardare il sistema produttivo del Paese e per sostenere le famiglie italiane.
Il cosiddetto Decreto “Cura Italia” prevede un finanziamento complessivo ingente di 25 miliardi per sostenere settori della Sanità, della Giustizia e del Fisco. Di questi, 10 miliardi solo per il lavoro prevedono misure a sostegno di lavoratori dipendenti, autonomi e professionisti e per le imprese:
- fondi per la Cassa Integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga e per il Fondo d’Integrazione Salariale;
- aiuti alle famiglie attraverso congedi parentali, voucher baby sitter e per l’assistenza ai disabili;
- altre misure dedicate ad altri lavoratori come quelli iscritti alle Casse Professionali (avvocati, architetti, psicologi, etc.), i lavoratori domestici e occasionali come i riders.
Per le imprese, sono sospesi i versamenti previdenziali e assistenziali su tutto il territorio nazionale fino al 31 marzo; per le imprese come associazioni sportive, bar e similari, la sospensione durerà fino al 30 aprile.
Aiuti anche per i Comuni, in difficoltà per la mancanza di entrate, affinché riescano a garantire i servizi essenziali per i cittadini. Quindi per le regioni a statuto ordinario e gli enti locali viene sospeso il pagamento delle quote capitale in scadenza nell’anno 2020.