Realizzato durante il periodo della chiusura forzata dovuta alla pandemia, grazie ad un bando di Regione Lombardia predisposto dalla Amministrazione Comunale di Capriate San Gervasio insieme a Fondazione Links e all’Associazione Crespi d’Adda, si inaugura oggi il Museo Partecipato di Crespi d’Adda.
Il nuovo percorso museale si colloca in due sale in quello che fu storicamente l’edificio delle scuole del Villaggio Operaio Crespi d’Adda, sede di uno dei più importanti opifici tessili lombardi della seconda metà dell’Ottocento.
L’Unesco ha accolto Crespi d’Adda nella Lista del Patrimonio Mondiale Protetto in quanto “Esempio eccezionale del fenomeno dei villaggi operai, il più completo e meglio conservato del Sud Europa”.
ETT ha progettato l’esperienza di visita degli spazi museali nell’ottica di massimizzare l’immedesimazione del visitatore con la vita e la storia delle persone che hanno vissuto e lavorato fino al secolo scorso nelle case e nella fabbrica del villaggio operaio.
Giovanni Verreschi, AD di ETT spiega: “Grazie a questo nuovo percorso museale implementato da ETT i visitatori potranno immergersi nel mondo operaio di fine Ottocento che, più che altrove, ha soprattutto caratterizzato il tessuto sociale di questi luoghi, oltre ad avere una visione più ampia rispetto al contesto storico dell’epoca. Lavorare sul piano digitale ci ha permesso, infatti, di andare “oltre”, e di dare voce e vita ad alcuni personaggi dell’epoca, che hanno vissuto nel Villaggio Operaio, grazie al coinvolgimento di attori professionisti. Parallelamente abbiamo svolto un lavoro ad hoc per valorizzare e rendere facilmente consultabili documenti d’archivio molto importanti finora sconosciuti ai non addetti ai lavori. In sintesi, Crespi d’Adda è diventata un esempio di come, attraverso nuove forme di storytelling e facendo leva anche sulle emozioni, si può studiare la storia cogliendo le peculiarità dei fatti secondo una angolatura innovativa e intrigante”.
L’allestimento
Completamente annullati dall’assenza di colore e di luce, tre grandi schermi permettono la proiezione, nella prima sala, di personaggi storici in scala reale, magnificamente interpretati dagli attori del Teatro Stabile di Genova, che raccontano la loro vita nel villaggio operaio. Si tratta del fondatore, Cristoforo Benigno Crespi, di una giovane madre operaia, di un bambino da poco assunto nel cotonificio del medico e del cappellano del villaggio. Nella sala buia, attraverso luci spot, sono illuminati i cinque oggetti rappresentativi per ognuno dei cinque personaggi.
Contemporaneamente, sollevando uno degli oggetti, attraverso un sistema di sensoristica capacitiva, si spengono le luci e un attore prende vita all’interno della proiezione, parlando proprio di quell’oggetto preso in mano. Ciascuno di loro racconta della propria vita attraverso le parole, le emozioni e pennellando la quotidianità crespese. Nella seconda sala, attraverso la narrazione infografica, si è esplorata una differente modalità comunicativa, per raccontare le vicende e i temi connessi alla storia di Crespi d’Adda, poco esplorati durante le visite guidate: il rapporto dei Crespi con i sindacati e il contesto storico del dopoguerra, il tema dell’innovazione e quello che viene chiamato welfare crespese attraverso gli approfondimenti degli avvenimenti storici accaduti tra il 1878 e il 1930 a Crespi d’Adda – ma non solo. Toccando determinati punti sensibili della struttura dell’allestimento, il visitatore può dare vita alla riproduzione filmica dei contenuti.
L’idea
L’idea di un museo di storia pubblica si deve al gruppo di lavoro pilotato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Capriate San Gervasio e costituito da straordinari professionisti e al Direttore Scientifico incaricato dall’Ente Gestore del sito Patrimonio dell’Umanità, Giorgio Ravasio, autore: “Si tratta del primo laboratorio sperimentale didattico al mondo pensato come un media sociale. L’obiettivo del progetto è stato quello di creare uno spazio di dialogo tra la comunità residente e il visitatore consentendo a entrambi di partecipare alla progettazione e alla fruizione così da realizzare quegli ambiziosi, ma spesso, per la loro difficoltà realizzativa, disattesi obiettivi dell’UNESCO e dell’ICOMOS che esaltano la ricerca di tale elemento di congiunzione. Si tratta di un progetto di public history che sarà scalabile all’infinito, in grado di superare la narrazione egemonica a favore di una visione prismatica e plurale della nostra storia attraverso un racconto emotivo e diretto del personaggio ricreato, con un formato didattico estremamente efficace e coinvolgente. L’idea di dare una voce e una possibilità alla nostra comunità ha guidato ogni fase del progetto. Potrebbe, e ne ha l’ambizione, diventare un esemplare modello di racconto di esperienze simili”.
È possibile visitarlo tutti i giorni dell’anno prenotando una visita guidata (per maggio info: www.visitcrespi.it – telefono 02.9091712).